Come si misura il radon

Come si misura il radon

IN SINTESI

  • Misurare la concentrazione di radon è il modo più affidabile per sapere quanto radon c’è nella propria abitazione (e nel proprio luogo di lavoro).
  • Stime della concentrazione di radon in una specifica abitazione o luogo di lavoro basate su valori medi misurati in altri edifici della stessa zona o su misure di radon nel suolo non sono altrettanto affidabili.
  • Data la variabilità temporale della concentrazione di radon, una valutazione adeguata della concentrazione media deve basarsi su misure di durata complessiva di un anno.
  • I rivelatori più appropriati per tali misure, tenuto conto della loro piccola dimensione e costo oltre che della loro affidabilità, sono i rivelatori a tracce.

 

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La misura diretta della concentrazione di radon nell’aria interna agli edifici (indoor) è il modo più affidabile, nonché semplice ed economico, per quantificare la presenza di radon in essi, con cui valutare il rischio associato e verificare l’eventuale superamento dei livelli stabiliti dalle normative.

Stime della concentrazione di radon in una specifica abitazione o luogo di lavoro basate su valori medi misurati in altri edifici della stessa zona (ricavabili consultando mappe di radon trovate su internet) sono molto meno affidabili a causa della notevole variabilità delle concentrazione di radon in edifici anche adiacenti.
Analogo discorso vale per stime basate su misure di radon nel suolo perché la quantità di radon che penetra nell’edificio dipende moltissimo dalle caratteristiche dell’edificio stesso e non solo da quanto radon è presente nel suolo. Inoltre, le misure di concentrazione di radon nel suolo costano molto di più delle misure di radon nell’aria interna agli edifici.

La concentrazione di radon indoor non è costante ma varia nel tempo, con alcuni andamenti tipici: generalmente è più alta di notte e più bassa di giorno, più alta in inverno e più bassa in estate. Per tener conto di queste variazioni, le misure di concentrazione di radon si effettuano generalmente su un periodo molto lungo, preferibilmente di un anno, o per più periodi consecutivi della durata complessiva di un anno. Infatti, il rischio associato all’esposizione al radon si valuta attraverso la misura di concentrazione media annuale e i livelli di riferimento previsti dalla normativa sono espressi in termini di concentrazione media annuale.

I dispositivi più diffusi (e più economici) con cui si misura la concentrazione media di radon per lunghi periodi sono costituiti da rivelatori a tracce (gli LR115 e i CR-39 sono i più diffusi in Italia) che sono sensibili alle radiazioni alfa emesse dal radon e dai suoi prodotti di decadimento. Infatti tali radiazioni lasciano nei rivelatori delle tracce molto piccole che sono rese visibili a microscopio tramite un trattamento di sviluppo chimico effettuato in laboratorio. Dal conteggio delle tracce si risale alla concentrazione media di radon nel periodo di esposizione del rivelatore.

I rivelatori a tracce sono posti all’interno di piccoli contenitori, facilmente posizionabili all’interno dei locali da misurare (per le abitazioni, generalmente in camera da letto e/o in stanza da pranzo), e con essi è possibile eseguire misure di concentrazione di radon integrate su periodi temporali lunghi (come i 12 mesi richiesti dalla normativa italiana sui luoghi di lavoro).

E’ raccomandabile avvalersi di laboratori (pubblici o privati) accreditati o comunque qualificati. Le ARPA/APPA di alcune Regioni/Province Autonome, oltre che il Servizio Radon dell’Istituto di Radioprotezione dell’ENEA, forniscono su richiesta (generalmente a pagamento) un servizio di misura di radon basato su questi rivelatori. La singola misura di radon ha generalmente un costo non superiore a qualche decina di euro.

Nell’ambito di azioni di risanamento per la riduzione della concentrazione di radon si effettuano spesso misure di breve durata (da qualche ora fino a qualche settimana), generalmente con strumenti molto più costosi dei rivelatori a tracce. La verifica finale dell’efficacia di tali azioni di risanamento va comunque effettuata mediante misure di concentrazione annuale con rivelatori a tracce.

Riferimenti bibliografici
[1] F. Bochicchio, G. Campos-Venuti, S. Piermattei, C. Nuccetelli, S. Risica, L. Tommasino, G. Torri, M. Magnoni, G. Agnesod, G. Sgorbati, M. Bonomi, L. Minach, F. Trotti, M.R. Malisan, S. Maggiolo, L. Gaidolfi, C. Giannardi, A. Rongoni, M. Lombardi, G. Cherubini, S. D’Ostilio, C. Cristofaro, M. Pugliese, V. Martucci, A. Crispino, P. Cuzzocrea, A. Sansone Santamaria, M. Cappai. Annual average and seasonal variations of residential radon concentration for all the Italian regionsRadiation Measurements 40, pp. 686-694 (2005).

[2] UNSCEAR (United Nations Scientific Committee on the Effects of Atomic Radiation). Effects of Ionising Radiation. UNSCEAR 2006 Report to the General Assembly – Volume II, Annex E: Sources-to-effects assessment for radon in homes and workplacesUnited Nations, New York (2009).