Quanto radon c’è…

In questa sezione vengono sintetizzati i risultati delle principali campagne di misura condotte da enti pubblici nazionali e regionali, al fine di valutare:
A) quanto radon c’è nelle abitazioni;
B) quanto radon c’è nelle scuole;
C) quanto radon c’è nei luoghi di lavoro.

IN SINTESI

  • Dai dati raccolti nell’Archivio Nazionale Radon risulta che la concentrazione di radon è stata misurata in più di 50 000 edifici, tra abitazioni (circa 36 000), scuole (circa 8 300) e luoghi di lavoro (circa 7 500), nell’ambito di campagne di misura condotte da enti ed istituti pubblici preposti.
  • Tali campagne sono state generalmente pianificate per essere rappresentative della situazione generale e per identificare eventuali aree a maggiore presenza di radon.
  • Anche in presenza di mappe, più o meno dettagliate, della concentrazione di radon misurata in tali campagne (disponibili per diverse Regioni), l’unico modo affidabile per conoscere la concentrazione media nella propria abitazione è misurarla con dispositivi e protocolli adeguati.

Mappa del radon nelle regioni d’Italia

In ogni Regione, il valore di concentrazione di radon per le singole abitazioni (o scuole, o luoghi di lavoro) varia da pochi Bq/m3 fino a migliaia di Bq/m3. In generale la distribuzione dei valori misurati è di tipo log-normale, cioè la maggior parte delle concentrazioni misurate ha un valore basso e un numero più ridotto ha un valore alto. Quindi anche in Regioni per le quali sono state stimate concentrazioni medie più basse è possibile trovare abitazioni con livelli di radon elevati.

Di seguito vengono riportate alcune informazioni sintetiche (tratte dai dati raccolti nell’Archivio Nazionale Radon) sui risultati delle indagini sulla concentrazione di radon effettuate dagli enti e istituti preposti, in quanto tali indagini hanno solitamente un carattere di rappresentatività relativamente all’esposizione della popolazione generale o dell’insieme dei lavoratori.

Un’intensa attività di monitoraggio viene effettuata (da parte degli stessi enti o da operatori privati) anche al di fuori di tali indagini, a seguito di richieste di singoli cittadini o esercenti, ma tali misure non hanno generalmente carattere di rappresentatività e spesso sono relative a situazioni in cui ci si attende una maggiore presenza di radon, fornendo quindi risultati di concentrazione media di radon superiori a quelli ottenuti con campagne pianificate per essere rappresentative.

A) QUANTO RADON C’È NELLE ABITAZIONI: TABELLE RIASSUNTIVE

Nell’Archivio Nazionale Radon (ANR) sono presenti dati relativi a misure di concentrazione di radon in oltre 50000 edifici tra abitazioni, scuole e luoghi di lavoro. Tali misure sono state effettuate nell’ambito di indagini di misura organizzate da enti pubblici regionali e nazionali.

In particolare, nell’ANR sono presenti dati di concentrazione di radon in abitazioni presenti in oltre 3500 comuni italiani, nella metà dei quali sono state effettuate misure in almeno 5 abitazioni.

Negli allegati presenti in questa pagina, per ciascuna regione e provincia autonoma italiana, sono riportate tabelle riassuntive nelle quali, per i comuni con almeno 5 abitazioni misurate, sono presenti le seguenti informazioni:

i) numero di abitazioni in cui è stata misurata la concentrazione di radon;
ii) media aritmetica della concentrazione di radon misurata nelle abitazioni del comune;
iii) minimo e massimo della concentrazione di radon misurata nelle abitazioni del comune.

È possibile scaricare le suddette tabelle per ciascuna regione e provincia autonoma cliccando sul nome della regione o provincia autonoma nell’elenco più sotto.

Si ricorda, in ogni caso, che il valore di concentrazione medio comunale (riportato nelle tabelle) non permette di stimare la concentrazione nella propria abitazione.
Per conoscere la concentrazione di radon nella propria abitazione è necessario effettuare una misura con dispositivi adeguati.

Abruzzo

Basilicata

Calabria

Campania

Emilia Romagna

Friuli Venezia Giulia

Lazio

Liguria

Lombardia

Marche

Molise

Piemonte

Provincia di Bolzano

Provincia di Trento

Puglia

Sardegna

Sicilia

Toscana

Umbria

Valle d’Aosta

Veneto

La prima indagine nazionale rappresentativa dell’esposizione al radon della popolazione italiana è stata condotta tra il 1989 ed il 1998. Tale indagine, coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità e dall’ENEA/DISP (ora ISPRA) e realizzata in collaborazione con gli Assessorati alla Sanità di tutte le Regioni italiane, è stata condotta su un campione rappresentativo di 5361 abitazioni dislocate sul territorio di 232 Comuni (tutti i 50 Comuni con più di 100 000 abitanti, al 1981, ed un campione casuale dei rimanenti) delle 19 Regioni e delle 2 Province autonome di Trento e Bolzano.

Il valore della concentrazione media in Italia è risultato pari a circa 70 Bq/m3, più alto rispetto alla media mondiale, che è di circa 40 Bq/m3.
A livello regionale, le concentrazioni medie sono risultate variabili da circa 25-30 Bq/m3 (in Basilicata, Calabria, Marche) a circa 100 Bq/m3 e oltre (Campania, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Lombardia).

In allegato è disponibile la mappa con i valori medi di concentrazione di radon per ogni Regione stimati dall’Indagine Nazionale 1989-1998.

In seguito, molte Regioni hanno effettuato campagne di misura di approfondimento su scala regionale e/o sub-regionale, al fine di aumentare la conoscenza della distribuzione territoriale della concentrazione di radon e di individuare le aree regionali ad elevata probabilità di alte concentrazioni di radon (radon prone areas), secondo quanto previsto dal D.Lgs 241/00 (che ha modificato il D.Lgs. 230/95).
Queste indagini hanno interessato un numero di Comuni sensibilmente più alto rispetto a quelli coinvolti nella prima indagine nazionale. Complessivamente sono state misurate circa 25 000 abitazioni in 17 Regioni.
Non tutte queste indagini sono state pianificate con gli stessi criteri ad esempio per alcune indagini sono state misurate solo le abitazioni poste al piano terra oppure le misure sono state effettuate solo in uno specifico periodo dell’anno.
I valori medi regionali misurati in queste indagini vanno da 35 Bq/m3 a 170 Bq/m3.
Per maggiori informazioni, consultare il paragrafo Attività in Italia nella pagina Attività

Link a mappe di alcune Regioni:

– Provincia Autonoma di Bolzano: mappa presente sul sito dell’APPA Bolzano;
– Friuli-Venezia Giulia: mappa riportata sul sito dell’ARPA FVG;
– Lazio: diverse mappe, riportate nel report che descrive le campagne di misure svolte nel Lazio, nel periodo 2003-2011, dall’ARPA Lazio e dall’ISPRA;
– Lombardia: mappa riportata a pagina 14 del Rapporto sullo Stato dell’Ambiente in Lombardia 2010-2011;
– Piemonte: mappe, riportate sul sito dell’ARPA Piemonte, che riportano sia i valori medi che le percentuali di abitazioni che superano i 400 Bq/m3;
– Toscana: mappa riportata sul sito dell’ARPAT;
– Valle d’Aosta: mappa disponibile sul sito dell’ARPA Valle d’Aosta;
– Veneto: mappa, riportata sul sito dell’ARPAV, nella quale sono rappresentate le zone con percentuali di abitazioni (suddivise in classi) che superano i 200 Bq/m3.

Anche in caso di disponibilità di mappe più o meno dettagliate, l’unico modo affidabile per conoscere la concentrazione media nella propria abitazione è misurarla con dispositivi adeguati (vedi il paragrafo Come si misura il radon alla pagina  Effetti sulla salute ). Le mappe radon hanno lo scopo di fornire informazioni alle autorità nazionali e regionali per permettere un’ottimale pianificazione delle attività in materia.

Inoltre, l’Istituto Superiore di Sanità ha organizzato (in collaborazione con la Telecom-Italia) una seconda indagine nazionale, finalizzata ad avere un campione rappresentativo per ogni provincia italiana, che ha coinvolto circa 5500 abitazioni di lavoratori Telecom distribuite in circa 1800 Comuni. La rappresentatività del campione, scelto casualmente tra i circa 50 mila dipendenti Telecom, è stata valutata confrontando le caratteristiche delle abitazioni del campione con quelle della popolazione generale registrate dall’ISTAT.

Complessivamente, nell’ANR sono presenti dati di concentrazione di radon misurata in circa 3600 comuni italiani distribuiti su tutte le provincie, per un totale di circa 35 000 abitazioni coinvolte.
Una sintesi dei dati di concentrazione di radon, con dettaglio regionale, è riportata nella tabella allegata.

Si evidenzia che in tabella non è presente la media aritmetica e altri parametri delle distribuzioni della concentrazione di radon in quanto i dati si riferiscono ad indagini di misura generalmente concepite con diversi scopi e, quindi, condotte con diverse metodologie e con piani di campionamento differenti.
Per questo motivo, si è scelto di riportare, alcuni degli indicatori che si riferiscono ai soli dati osservati (es. numero di abitazioni in cui la concentrazione di radon misurata supera 200 e 300 Bq/m3).

Sintesi regione per regione dei dati di concentrazione radon misurata in abitazioni

B) QUANTO RADON C’È NELLE SCUOLE

Sono state effettuate indagini nelle scuole di diverse Regioni (15), per un totale di oltre 20 000 locali misurati in circa 8 300 edifici scolastici. Tali indagini hanno riguardato principalmente asili nido, scuole materne e scuole elementari.
I valori medi misurati in queste indagini vanno da 33 Bq/m3 a 438 Bq/m3.

I valori medi di concentrazione di radon riscontrati sono spesso un po’ superiori a quelli misurati nelle abitazioni, in quanto tali scuole sono generalmente dislocate al solo piano terra, dove la concentrazione di radon è maggiore di quella ai piani superiori, in quanto la maggior parte del radon proviene dal suolo.

Va però detto che, nelle ore di effettiva permanenza dei bambini nelle scuole, la concentrazione di radon è generalmente più bassa rispetto al valore misurato dai dosimetri con cui sono state effettuate queste indagini, in quanto i dosimetri registrano anche le concentrazioni presenti di notte (vedi in questa pagina al paragrafo Come si misura il radon)

Per maggiori informazioni, consultare la pagina Attività alle sottosezioni Attività in Italia – Campagne di misura

C) QUANTO RADON C’È NEI LUOGHI DI LAVORO

I luoghi di lavoro sono estremamente diversificati per tipologie di edifici e di modalità d’uso, che possono entrambe influire sui livelli di concentrazione di radon.
Sono state effettuate alcune indagini nazionali su particolari tipologie di luoghi di lavoro (banche, centrali telefoniche, uffici), con particolare attenzione ai locali sotterranei anche in relazione alla normativa italiana (vedi la pagina Normative)
Un’indagine appositamente pianificata per valutare la presenza di radon in tutte le principali tipologie di luoghi di lavoro è stata effettuata recentemente in Toscana.

Complessivamente, sono stati misurati un totale di circa 14 000 locali, distribuiti in circa 7 500 edifici.
I valori medi di concentrazione di radon riscontrati sono spesso un po’ superiori a quelli misurati nelle abitazioni, in quanto i luoghi di lavoro misurati sono generalmente dislocati al piano terra o nei seminterrati e sotterranei, dove la concentrazione di radon è maggiore di quella ai piani superiori, in quanto la maggior parte del radon proviene dal suolo.

Va però detto che, nelle ore di effettiva permanenza dei lavoratori (almeno per le attività che si svolgono di giorno), la concentrazione di radon è generalmente più bassa rispetto al valore misurato dai dosimetri con cui sono state effettuate queste indagini, in quanto i dosimetri registrano anche le concentrazioni presenti di notte (vedi Quanto radon c’è al paragrafo Come si misura il radon).

Per maggiori informazioni, consultare il paragrafo Attività in Italia – Campagne di misura  nella pagina  Attività

 

Come si misura il radon

IN SINTESI

  • Misurare la concentrazione di radon è il modo più affidabile per sapere quanto radon c’è nella propria abitazione (e nel proprio luogo di lavoro).
  • Stime della concentrazione di radon in una specifica abitazione o luogo di lavoro basate su valori medi misurati in altri edifici della stessa zona o su misure di radon nel suolo non sono altrettanto affidabili.
  • Data la variabilità temporale della concentrazione di radon, una valutazione adeguata della concentrazione media deve basarsi su misure di durata complessiva di un anno.
  • I rivelatori più appropriati per tali misure, tenuto conto della loro piccola dimensione e costo oltre che della loro affidabilità, sono i rivelatori a tracce.

 

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La misura diretta della concentrazione di radon nell’aria interna agli edifici (indoor) è il modo più affidabile, nonché semplice ed economico, per quantificare la presenza di radon in essi, con cui valutare il rischio associato e verificare l’eventuale superamento dei livelli stabiliti dalle normative.

Stime della concentrazione di radon in una specifica abitazione o luogo di lavoro basate su valori medi misurati in altri edifici della stessa zona (ricavabili consultando mappe di radon trovate su internet) sono molto meno affidabili a causa della notevole variabilità delle concentrazione di radon in edifici anche adiacenti.
Analogo discorso vale per stime basate su misure di radon nel suolo perché la quantità di radon che penetra nell’edificio dipende moltissimo dalle caratteristiche dell’edificio stesso e non solo da quanto radon è presente nel suolo. Inoltre, le misure di concentrazione di radon nel suolo costano molto di più delle misure di radon nell’aria interna agli edifici.

La concentrazione di radon indoor non è costante ma varia nel tempo, con alcuni andamenti tipici: generalmente è più alta di notte e più bassa di giorno, più alta in inverno e più bassa in estate. Per tener conto di queste variazioni, le misure di concentrazione di radon si effettuano generalmente su un periodo molto lungo, preferibilmente di un anno, o per più periodi consecutivi della durata complessiva di un anno. Infatti, il rischio associato all’esposizione al radon si valuta attraverso la misura di concentrazione media annuale e i livelli di riferimento previsti dalla normativa sono espressi in termini di concentrazione media annuale.

I dispositivi più diffusi (e più economici) con cui si misura la concentrazione media di radon per lunghi periodi sono costituiti da rivelatori a tracce (gli LR115 e i CR-39 sono i più diffusi in Italia) che sono sensibili alle radiazioni alfa emesse dal radon e dai suoi prodotti di decadimento. Infatti tali radiazioni lasciano nei rivelatori delle tracce molto piccole che sono rese visibili a microscopio tramite un trattamento di sviluppo chimico effettuato in laboratorio. Dal conteggio delle tracce si risale alla concentrazione media di radon nel periodo di esposizione del rivelatore.

I rivelatori a tracce sono posti all’interno di piccoli contenitori, facilmente posizionabili all’interno dei locali da misurare (per le abitazioni, generalmente in camera da letto e/o in stanza da pranzo), e con essi è possibile eseguire misure di concentrazione di radon integrate su periodi temporali lunghi (come i 12 mesi richiesti dalla normativa italiana sui luoghi di lavoro).

E’ raccomandabile avvalersi di laboratori (pubblici o privati) accreditati o comunque qualificati. Le ARPA/APPA di alcune Regioni/Province Autonome, oltre che il Servizio Radon dell’Istituto di Radioprotezione dell’ENEA, forniscono su richiesta (generalmente a pagamento) un servizio di misura di radon basato su questi rivelatori. La singola misura di radon ha generalmente un costo non superiore a qualche decina di euro.

Nell’ambito di azioni di risanamento per la riduzione della concentrazione di radon si effettuano spesso misure di breve durata (da qualche ora fino a qualche settimana), generalmente con strumenti molto più costosi dei rivelatori a tracce. La verifica finale dell’efficacia di tali azioni di risanamento va comunque effettuata mediante misure di concentrazione annuale con rivelatori a tracce.

Riferimenti bibliografici
[1] F. Bochicchio, G. Campos-Venuti, S. Piermattei, C. Nuccetelli, S. Risica, L. Tommasino, G. Torri, M. Magnoni, G. Agnesod, G. Sgorbati, M. Bonomi, L. Minach, F. Trotti, M.R. Malisan, S. Maggiolo, L. Gaidolfi, C. Giannardi, A. Rongoni, M. Lombardi, G. Cherubini, S. D’Ostilio, C. Cristofaro, M. Pugliese, V. Martucci, A. Crispino, P. Cuzzocrea, A. Sansone Santamaria, M. Cappai. Annual average and seasonal variations of residential radon concentration for all the Italian regionsRadiation Measurements 40, pp. 686-694 (2005).

[2] UNSCEAR (United Nations Scientific Committee on the Effects of Atomic Radiation). Effects of Ionising Radiation. UNSCEAR 2006 Report to the General Assembly – Volume II, Annex E: Sources-to-effects assessment for radon in homes and workplacesUnited Nations, New York (2009).